Sono tutti nomi appartenenti a un arcipelago artistico che da sempre si esercita trasmutazione e transizione di genere e di generi, nel tentativo irrequieto di dare sostanza a corpi in costante ricerca dell’identità. Ma dentro La fine dei vent’anni, nel suo strato più sotterraneo, ci sento un tentativo di infondere fiducia, o se non esplicito incoraggiamento almeno una forma empatica: forza, no lamentele, no menate. Prendendola con calma He was the composer of Caruso (1986), which has been covered by numerous international artists. Questo significa che sarebbe lieto di ricevere correzioni, consigli ecc. [1], Il disco si è aggiudicato la Targa Tenco 2016 nella categoria "Opera prima". La Fine dei Vent'Anni è un brano scritto e interpretato da Francesco Motta, in arte semplicemente Motta, contenuto nell'album omonimo pubblicato nel 2016. [2], TARGHE TENCO 2016: VINCONO NICCOLÒ FABI, MOTTA, FRANCESCO DI GIACOMO CON ELIO E LE STORIE TESE, PEPPE VOLTARELLI, JAMES SENESE, CLAUDIA CRABUZZA, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=La_fine_dei_vent%27anni&oldid=111485041, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Francesco Motta – voce, chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra classica, basso, pianoforte, percussioni, batteria, programmazione, mandolino, Andrea Pesce – sintetizzatore, pianoforte, Maurizio Loffredo – lap steel guitar, tecnico del suono, Lello Arzilli – sassofono tenore, flauto traverso, Caterina Martucci Clementina Gentile Fusillo – cori, Alessandro Alosi – voce, chitarra elettrica in, Pietro Paroletti – assistente di studio, tecnico del suono. Entra e non perderti neanche una parola! Sulla copertina di La fine dei vent’anni c’è Motta ritratto da Claudia Pajewski, fotografa aquilana la cui esperienza professionale è legata in particolar modo al teatro contemporaneo italiano: gruppi come Ricci/Forte, Babilonia Teatri, Fies Factory. Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. La Fine Dei Ventanni chords by Motta. Questo sito utilizza i cookie. Non è propriamente un disagio radicalizzato, come si potrebbe sintetizzare un po’ brutalmente, quello del coevo Calcutta, che si descrive come l’unico sveglio in tutta la città a una imprecisata ora della notte, poco prima di fare un incontro che sfocerà in disastro (“Frosinone”). Se si confrontano le canzoni di La fine dei vent’anni con quelle dei Criminal Jokers, la band in cui Motta ha militato per anni prima di intraprendere il percorso da solisto, appare evidente come la parola si sia più nitida, come se fosse stata estrapolata da una nube sonora fascinosa ma eterea (ascoltare, a titolo di esempio, “Quando arriva la bomba”), e posta su un piano più alto, quasi fosse un gesto di ‘presa di responsabilità’ del dire. share. Dopo il secondo ritornello, il giro armonico con cui la canzone è cominciata riparte, e stavolta sembra una vita. In modo tranchant e con una metrica che sembra quasi arrancare, quasi distorcendo il verso, l’ultimo verso della strofa è un’affermazione netta di indisponibilità al rimuginio, perché comunque l’auto bisogna parcheggiarla, ahimè alle condizioni del traffico, e quindi occorre fare in tempo, esserci, essere presente. In mezzo resta ciò che conta: l’essere comunque due (o almeno due), esistere come “noi”, impegnati a raccontarci e a farci forza reciprocamente nel momento sfuggente ma preziosissimo in cui, coscientemente, iniziamo a cercare di tenere il tempo di questo incedere ciclico nel vivere. Video. Quasi tutto ruota attorno a un giro a tre accordi con approdo in minore, di estrema semplicità, con un suono che richiama alla mente i R.E.M. E va bene così. Come è consuetudine nelle canzoni di quest’album, anche “La fine dei vent’anni” è composta da una manciata di versi e tanto spazio e silenzio tra una frase e l’altra. Traduzioni in contesto per "fine dei vent'anni" in italiano-inglese da Reverso Context: 'La fine dei vent'anni' è l'affascinante racconto della crescita umana e musicale di questo giovane talento della musica italiana. Fasma canta La Fine con Nesli a Sanremo 2021: ecco il testo e il significato della canzone.Prodotta da Marco Zangirolami nel 2009, “La fine” del rapper Nesli rimane uno dei brani rap più iconici degli anni ’10 del 21° secolo. “Non ridere e non piangere / Non stringermi le mani / Siamo sporchi siamo umani / Prima o poi ci passerà” dice il ritornello di “Prima o poi ci passerà”, ripetuto freneticamente decine di volte, ed è una forma di identificazione sofisticata, che nasce dall’insoddisfazione ma si evolve sul non mollare, senza dirlo esplicitamente, con il rischio di sembrare patetici. Dunque con la sintesi del verso, con la coscienza vocale, persino con la precisione dell’arrangiamento, Motta sembra dire e cantare che lui c’è, che in questo marasma in cui tutto sfuma e sfugge e si rischia di passare inosservati, lui fa parte di quelli che confusi sì, lo sono come tutti, ma che ha le gambe solide e il libero arbitrio che non lo ha abbandonato. Le frasi scarne paiono circolari, aforismi autosufficienti, non connessi tra loro da un’evoluzione narrativa ma liberamente associabili a un universo di significato. Tracce. Da un lato Motta allude all’occasione lasciata andare, al proprio essere fuori tempo rispetto a ciò che la società pretenderebbe essere il cronoprogramma corretto della nostra vita. Dichiaro di aver letto l'informativa sulla privacy e di accettarne i termini. Questo qualcuno non è per forza vissuto in termini di costrizione, anzi: dietro l’amarezza del sentirsi vincolati, in qualche modo parzialmente liberi, c’è la presa di coscienza che l’orizzonte di fuga si polverizza di fronte alla scelta del momento, quel “qualcuno da baciare” che è in grado, in quell’esatto tempo della nostra vita, a fornirci il benessere sufficiente a farci andare bene la nostra condizione. L’inadeguatezza è un concetto che rientra nella similitudine più articolata dell’intero brano, quando la fine dei vent’anni viene paragonata all’atto del parcheggio da cercare mentre si è in ritardo. Almeno pensami; Nomina del nuovo presidente della Fondazione Lucio Dalla; A Casa di Lucio nella città della musica; Almeno Pensami; Felicità. Leggi il testo La fine dei vent'anni di Motta tratto dall'album La fine dei vent'anni. Non c’è nulla di straordinario: solo strati di vita che si accumulano, tornano a ruotare attorno a un fulcro vuoto. https://unadimille.it/2018/02/04/motta-la-fine-dei-vent-anni-significato È un’azione che Motta avrebbe potuto descrivere come impossibile, calcando la mano sulle tragedie dei tempi bui in cui viviamo. Un primissimo piano in bianco e nero. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 16 mar 2020 alle 11:04. Di contro, è come se intendesse fornire un’immagine di solidità, nonostante tutto, ai suoi simili. Sia chiaro che non è nulla di programmaticamente edificante, e a chiarirlo c’è quella sottile ironia nella scelta di un lessico da imbruttimento quotidiano (il trasloco, il parcheggio). Questo senso di circolarità e di ammorbidimento dell’irruenza riecheggiano nella struttura musicale e nell’armonia del brano. “La fine dei vent’anni”, il nuovo singolo e video di Motta, dà il titolo all’intero album. "La fine dei vent'anni" è un lavoro convincente a prescindere, che infila ritornelli pop su un impianto di canzoni d'autore, e che profuma di influenze etno e immediatezza punk nel descrivere la quotidianità urbana. 24,631 views, added to favorites 424 times. Ad accomunarci, c’è un ricorso esplicito al senso di inadeguatezza, che lo accomuna ad altri esordienti del periodo e che è una base ampia del suo universo. Lo stesso canto è iper-scandito, imperniato su una melodia dall’arco parabolico, preciso e quasi squadrato. E che invece fa con un approccio quasi ‘filosofico’, significativamente maturo: questo parcheggio, tecnicamente, lo si può trovare, e anzi c’è di certo, è solo che trovarlo è un’operazione faticosa, ricca di insidie, è facile sbagliare strada e farsi del male. Insieme all’inadeguatezza, c’è il tema del tempo, declinato qui su due fronti. Ascolta e guarda il video ufficiale del brano. È tutta una questione di tempo. DAL FESTIVAL Maneskin, la passione per il rugby e il saluto all'Unione Capitolina dopo il trionfo a Sanremo 2021 Sanremo 2021, Damiano dei Maneskin piange e … Ci si può avvicinare anche a qualcosa di affine a un concetto di “sfiga”, a patto però che la si prenda con stoica filosofia (“A volte è solo / Questione di fortuna / Ma per traslocare due volte in un mese / C’è bisogno di tranquillità”). di New Adventures in HI-Fi (e che deve certamente qualcosa a Riccardo Sinigallia, produttore dell’album). “ Prima o poi ci passerà ” ci svela un Francesco piuttosto disincantato, sia dal punto di vista testuale, sia da quello compositivo. Difficulty: intermediate. In particolare, sono le finali a fare la differenza: “og-gi non com-/-batto-con-nes-su-no” è una metrica irregolare rispetto al tempo, un serie di terzine contro una ritmica in solidi 4/4, ma invece che svolazzarci sopra, Motta sembra sottolineare il testo appoggiandosi sulle sillabe con tutto il suo peso, arrivando al punto più basso proprio sulla finale, una nota di insolita profondità. Testo La fine dei vent'anni di Motta. In tutto La fine dei vent’anni è come se ogni verso fosse autosufficiente, nato articolato e chiuso in se stesso, e nella chiusura del verso Motta sigillasse il tutto con grande un punto e capo, lasciando peraltro che l’accompagnamento musicale ossigeni il collante e lo faccia cementare. Oltre a coincidere con il momento più intimo del testo (“Amico mio”), il ritornello è come una sospensione in positivo, una piccola concessione a un momento di ‘volo’, in cui la musica si alleggerisce di peso per qualche secondo, prima di ripiombare nel suo catalettico giro in minore. È come se in quell’ombra che taglia il viso di Motta longitudinalmente, colta nel suo atto di passare, l’autrice avesse reso perpetua una sfumatura passeggera, una volatilità. Il ritratto di copertina potrebbe essere una chiave di accesso intrigante al mondo di Francesco Motta raffigurato nel suo album di debutto solista, pubblicato nel 2016. Nel momento in cui l’ombra passa, amico mio. È in questa impostazione musicale che mi sembra risiedere il ‘segreto’ di “La fine dei vent’anni”: è come se attraverso questa circolarità un po’ mesta ma comunque andante Motta ribadisse la sua solidità nonostante tutto, il suo voler rimanere un pilastro piantato, quasi cementato, mentre una tempesta infervora. In Motta l’inadeguatezza è più flebile, quasi stemperata dal sapere di esistere in un contesto particolare, che non lascia molte chance. Con un tono che inizia a essere già un po’ sottilmente quello di un ‘consigliere fraterno’, il narratore rassicura l’interlocutore con un discorso al negativo, ma onesto: non posso dirti che una volta che troverai questo benedetto parcheggio la vita ti sorriderà, ma intanto ti do due dritte sul processo, osservo come funziona, constato la complessità di questo agire, anche qui, rapido e mutevole. Leggi i testi delle canzoni tratte dall'album La Fine Dei Vent'anni di Motta e cerca il tuo brano preferito su MTV Testi e Canzoni Lo sguardo a mezz’aria, che dietro un apparente scazzo cronico camuffa un’affermazione di presenza immarcescibile. È qui che Motta mi sembra inquadrare al meglio quell’ombra nel suo passaggio, il senso di “fine incombente” nel titolo: “La fine dei vent’anni” come canzone sul momento esatto in cui si inizia a prendere coscienza della dimensione ‘ordinaria’ del vivere, che il sogno a lungo termine della gioventù si sta assopendo di fronte alla proposta dell’esistenza giornaliera. Significato brano. La clip ufficiale è diretta da Trilathera con protagonisti Alessio Lapice e Caterina Rossi. Testo “Non è la fine”, la nuova canzone di Elodie cantata con Gemitaiz. Cosa aspetti? Nel momento in cui scrivo Motta ha appena pubblicato il video di “Ed è quasi come essere felice”, un notturno duetto con Silvia Calderoni, la più inclassificabile delle attrici e performer italiane. “Non è la fine” è un singolo estratto dal nuovo disco di Elodie “This Is Elodie” e segue lo straordinario successo della … La canzone parla di speranza in un presente che ci uccide a colpi di niente e da cui solo insieme è possibile sconfiggere il buio e trovare la luce. In poche parole Motta ha delineato in modo nitido a che sistema di sensazioni puntare: al sentire di chi, pur nello spaesamento, ha smesso di arrancare o più in generale non ha mai ritenuto questo approccio proficuo. Se vuoi rimanere aggiornato su tutte le analisi pubblicate da Unadimille, iscriviti alla Newsletter. Significato più votato. Una scelta consapevole, che mai rivelerà la sorte dell'artista, ma che fotografa il sacrificio di Mahmood, per il bene della sua musica, per il bene dei suoi rapporti sociali. Tracklist: 1 - Del tempo che passa la felicità 2 - La fine dei vent'anni 3 - Prima o poi ci passerà 4 - Sei bella davvero 5 - Roma stasera 6 - Mio padre era comunista 7 - Prenditi quello che vuoi 8 - Se continuiamo a correre 9 - Una maternità 10 - Abbiamo vinto un'altra guerra Potessimo farlo, scapperemmo ora, ma c’è sempre un gancio, un legame affettivo o familiare o persino una ragione più oscura, a rimandare il momento, e forse ci sarà per sempre: Amico mio sono anni che ti dico andiamo via. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. Che uno dei due sia cresciuto troppo presto o maturato troppo tardi, è un dettaglio: ciò che emerge è un richiamo al tempo vissuto in asincronia, in sfasamento. RECENSIONE 21/03/2016 di Carlo Tonelato. La seconda track “La fine dei vent’anni” è un inno alla gioventù, che passa per mezzo di momenti più o meno estemporaneamente persi, all’insegna della visione da loser di Motta. Mentre gli anni sfumano alle spalle carichi di sogni nemmeno avviati, “La fine dei vent’anni” sembra cantare l’eccezionale ordinario di un’era che sfuma. Non ce l'ho mai fatta, ho sempre incassato, E sempre incazzato, fino a perdere il fiato Arriverà la fine, ma non sarà la fine E come ogni volta ad aspettare e fare mille file Con il tuo numero in mano e su di te un primo piano Noi e i nostri archiviamo informazioni quali cookie su un dispositivo (e/o vi accediamo) e trattiamo i dati personali, quali gli identificativi unici e informazioni generali inviate da un dispositivo, per personalizzare gli annunci e i contenuti, misurare le prestazioni di annunci e contenuti, ricavare informazioni sul pubblico e anche per sviluppare e migliorare i prodotti. Ascolta e guarda il video ufficiale del brano. Un andare non disturbante ma comunque dai colori ingrigiti, e comunque costante, un moto perpetuo, come l’arpeggio che ne detta le cadenze. Ecco il testo ufficiale di “Mostro” di Federica Carta: Ma che colpa ne ho Se mi manca il respiro il venerdì sera Ma in fondo lo so Passerò un’altra notte con la luce accesa Non c’entra questa pioggia dentro una bottiglia Non c’entra la tua faccia o il cuore che sbadiglia Non c’entra la mia rabbia dentro a … Durante un'intervista Dalla ha raccontato il significato del testo di Caruso. Poi la fine del mondo. Sempre rispetto a Calcutta, è come se Motta agisse in un tempo di rielaborazione già successivo, pur in vicinanza anagrafica. La fine dei vent'anni (traduzione in Tedesco) ... L'autore della traduzione ha chiesto una revisione del testo. l'informativa sulla privacy e di accettarne i termini. Del tempo che passa la felicità – 4:10; La fine dei vent'anni – 4:30; Prima o poi ci passerà – 3:58; Sei bella davvero – 3:15; Roma stasera – 3:30; Mio padre era comunista – 3:15; Prenditi quello che vuoi – 2:44; Se continuiamo a correre – 3:35; Una maternità – 3:42; Abbiamo vinto un'altra guerra – 3:35; Formazione. Sono versi posti in prima persona e rivolti a un interlocutore che sarà definito “amico mio”. recensione Motta La fine dei vent'anni compra Woodworm / Audioglobe 2016 - Rock. Sanremo 2019, Dov'è l'Italia di Motta: testo, parole, significato ... la prima con l'album “La fine dei vent’anni” e la seconda volta con “Vivere o morire”. La fine dei vent'anni è il primo album in studio del cantautore italiano Motta, pubblicato il 18 marzo 2016. Non c’è un ‘loro’, una contrapposizione netta, ma c’è sicuramente un ‘noi’, un ‘io e te’ empatico e denso di pietà (“E senza vincere niente / Senza partecipare / Rincorriamo le notti / E torniamo a dormire”, Del tempo che passa la felicità). Disco d'esordio per il cantautore pisano si aggiudica la prestigiosa "Targa Tenco 2016" per la migliore Opera Prima dell'anno. Il volto è diviso a metà da un’ombra ed incorniciato da un crine selvaggio, orgoglioso come un’aureola informe, protettivo come un casco organico. Anche perché il tempo sarà sempre meno e correrà più veloce, e allora tanto vale tenersi in piedi e pedalare: Oggi non ho tempo di pensare a cosa è cambiato. Il suo è un disagio non compensato dall’isteria, quasi sia cosciente che ha poco senso mettersi a urlare “mi sono rotto il cazzo”, anche se sappiamo entrambi – io narratore, tu ascoltatore – che lo sfogo violento avrebbe tutta una serie di ragioni per cui esistere. sulla sua traduzione. Non è possibile dire se essa stia abbandonando il volto dell’artista o si prepari a coprirlo completamente, almeno come “La fine dei vent’anni” cristallizza una mutazione colta mentre agisce, fotografata incapsulata e registrata in un istante raro. Nei due versi che possiamo chiamare ritornello, l’armonia modula un tono più in alto e si apre su un temporaneo varco in maggiore, salvo ripiombare subito sul giro armonico circolare in minore da cui tutto è partito, fino a dissolversi lì, sfumando. Ospite del webshow di Assante e Castaldo, Motta canta il brano che dà il nome al suo album d'esordio: "La fine dei vent'anni". Io mi pulisco e basta con la manica della mia giacca E quando qualcuno ti schiaccia devi essere il primo che attacca. Compare qualche coro, una partitura di archi, in fondo è come se non succedesse null’altro.
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